Ma il caso Weinstein non è solo gossip per gonzi...


E'il paradigma di una società fasulla, ipocrita, è un problema di costume, ma è soprattutto un problema della e per la politica



No. Il caso Weinstein non è solo gossip per gonzi. Anche se a questo si tenta di derubricarlo. Weinstein è il paradigma di una società fasulla. Ipocrita. E' un problema di costume, ma è soprattutto un problema della e per la politica. Harvey Weinstein è la debacle morale dei liberal americani raccolti sotto le insegne dell'asino democratico.

E' la Caporetto del politicamente corretto e delle sue diramazioni europee e italiane. E' lo sputtanamento definitivo delle amicizie ingombranti che l'hanno coccolato, sostenuto, aiutato nella sua ascesa all'Empireo di Hollywood e che poi - pur sapendo perfettamente tutto quello che faceva- hanno taciuto. Basta, per tutte, quanto scritto dal regista Rosemberg ("voi sapevate e io lo so. Perché io c'ero"): una chiamata che li inchioda al ruolo di bugiardi matricolati. Che, poi, già solo questo in America è un peccato capitale per chi fa politica o è personaggio pubblico.

Bugiardi matricolati, per anni, plurifotografati col 'mago' della celluloide. La famiglia Clinton, ad esempio: vacanze insieme, solidarietà generosa verso Bill quando fu accusato dalla Lewinsky e assegni a sei zeri per sostenere la campagna di Hillary. E, poi, la famiglia Obama: amicizia decennale anche qui, party esclusivi, sponsorizzazioni elettorali e, dulcis in fundo, la primogenita Malia accompagnata da papà Barack e mamma Michelle - ovviamente commossi- al suo primo stage proprio nell'azienda di Weinstein.

Pensate: nessuno di loro sapeva, nessuno di loro era stato messo al corrente. Il che suona francamente comico soltanto a rammentare come i presidenti Usa sappiano tutto di tutti, anche dei loro colleghi europei o mondiali (ricordate la notizia della Merkel spiata da Obama?).

Harvey Weinstein è stato sputtanato dopo almeno trent'anni di onorata (sic!) carriera probabilmente per motivi tutti interni agli Studios hollywoodiani: che siano stati concorrenti o rivali poco importa. E neppure ci interessa se il danno sia andato oltre il voluto. Quel che notiamo e che, impossibilitati a mettere il silenziatore alla storiaccia, i grandi media, sempre ossequiosi al potere liberal, l'abbiano buttata tutta in caciara gossippara.

Cosi si sa tutto di questo miserabile e delle sue "prede". E ogni giorno, l'elenco delle molestie si arricchisce con nuove denunce di tal o tal altra attrice. Ma nulla dei legami profondi di Weinstein col potere politico ed economico. Li non si scoperchia ne' si indaga. Semplicemente si tace. E la si butta sul gossip. Invece a noi interesserebbe tanto la "ciccia" vera. Ci piacerebbe, cioè, che i media braccassero le famiglie Clinton e Obama e le mitragliassero con raffiche di domande.

E che lo stesso facessero con la signora Meryl Streep o la signora Jane Fonda: pasionarie pronte sempre a ululare contro quel reprobo viscidone di Donald Trump, ma silenti e, perciò, consenzienti con il guru di Hollywood. Si, ci piacerebbe. Ma si tratterebbe di giornalismo d'inchiesta. Mica di gossip per gonzi.

LEGGI QUI COSA PENSANO LE DONNE (IN POLITICA) ABRUZZESI DEL CASO

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