Honeywell e la pista Slovacca: per impedire la fuga, ecco il vertice lampo a Roma. Ma Atessa trema


Dipendenti nelle mani del ministro Calenda e della Regione: se il primo potrà dare una via, la seconda dovrà evitare le solite promesse


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
18/10/2017 alle ore 12:59



Il balletto delle cifre e delle promesse, ma con l'ansia di chi guarda a quel cancello come la spia di un malessere familiare. Salvare il futuro di 420 lavoratori della Honeywell ed evitare la delocalizzazione della multinazionale in Slovacchia. È stato questo il tema dell’incontro a Roma, durato meno di un'ora,  tra una delegazione sindacale, guidata dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dal suo vice Giovanni Lolli, e il ministro dello Sviluppo Economico (Mise), Carlo Calenda.

Incontro poco risolutivo, evidentemente, per il futuro dello stabilimento di Atessa. Il ministro infatti ha spiegato di voler tentare una mediazione, ma poche sarebbero le armi a sua disposizione per intervenire sulle scelte della proprietà della nota fabbrica della Val Sangro.

“Il ministro Calenda ci ha dichiarato che proverà a convincere i vertici della Honeywell a non delocalizzare la produzione, tuttavia ci ha anche detto che purtroppo non ha leve decisive per condizionare la multinazionale e che i vertici aziendali si sono riservati di decidere tra un mese”, ha riferito Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.  

“Non sono emersi elementi da considerare positivi. - fa sapere Davide Labbrozzi, Fiom-Cgil - L’azienda ha chiesto un altro mese per poter formulare una posizione chiara ed oggettiva. Il Ministro ha messo a disposizione ulteriori fondi per finanziare eventuali progetti”.

L’epilogo della lunga vicenda, che coinvolge una delle più importanti fabbriche specializzate nella produzione di turbo diesel per diverse case automobilistiche, è ormai all’ultimo round. Dopo la crisi dello stabilimento nel 2008 causata dal trasferimento della direzione in capo ai francesi (primi competitors della Honeywell sulla produzione di turbo diesel), si sono attuati due piani di esuberi che hanno già interessato 115 lavoratori e 7 piani di ammortizzazioni sociali.

Il Governo non chiude e la porta in faccia ai lavoratori, ma Paombella non vede la luce in fondo al tunnel di questa drammatica vicenda e suggerisce una riflessione: “A questo punto, anche in virtù dell’iniziativa governativa, attendiamo un segnale da parte della Honeywell, in mancanza del quale però non possiamo intravedere alcuno spiraglio di una possibile soluzione di questa drammatica vertenza – ha detto il sindacalista-. Certo fa riflettere che oggi per una multinazionale sia così facile delocalizzare e chiudere, e che per il Governo sia così difficile riuscire ad intervenire. Evidentemente occorrerebbe ripristinare strumenti, anche giuridici, di maggiore tutela del lavoro e salvaguardia del patrimonio industriale”.

Le parti organizzeranno una conference call con il coinvolgimento del MiSe, che si è impegnato a fornire una risposta in merito al futuro dello stabilimento abruzzese nel minor tempo possibile. In questo momento sono in corso le assemblee sindacali con i lavoratori. “Continueremo con lo sciopero”, ha affermato il responsabile Fiom Davide Labbrozzi.

twitter@ImpaginatoTw