'Ragazzi, uscite dagli schemi, siate diversi!In arrivo il nuovo singolo della band abruzzese Dianime


Gruppo per quattro quinti al femminile: "Filippo, beato tra le donne? Mica tanto!"



Sono pronti a scatenarsi sul palco e ad infiammare il pubblico con il loro nuovo singolo, “La parte peggiore”, in uscita il 16 ottobre. Loro sono i Dianime, band abruzzese per quattro quinti al femminile che si sta facendo spazio nella scena musicale emergente. Il brano, che mescola rock, pop ed elettronica, è accompagnato da un videoclip musicale diretto dal regista Josh Heisenberg e anticipa il disco previsto per il 2018.

Impaginato.it ha intervistato la chitarrista del gruppo, Stefania Ferrante, 30 anni, pescarese.

Domanda: Come nascono i Dianime?

Risposta: La band nasce nel 2014 da una mia idea. Io, Cristina Talanca (basso), Fiorenza (tastiera e synth) e Filippo Mancini (batteria) ci conoscevamo già per la nostra grande passione per la musica. Abbiamo trovato la cantante con il classico annuncio al quale ha risposto Beatrice (Chiara Funari) che in quel momento studiava al Conservatorio di Pescara, pur essendo di origine romana.

Nel 2015 abbiamo pubblicato il nostro primo Ep intitolato "Rivoluzione dell'anima", un album ricco, pieno di sonorità che racchiudono vari generi sempre su base rock. Abbiamo partecipato a diversi festival come il Maremoto Festival e il Mazzumaja e abbiamo vinto 3 contest locali.

D. Siete stati menzionati nell'articolo "Le cantanti donne della musica indie italiana" nel blog di musica internazionale Tutti giù parterre, come si sente l’unico uomo del gruppo tra quattro donne?

R. Beato tra le donne! A dire il vero, non tanto (ride). Quando dobbiamo esibirci ci piace presentarci nel miglior modo possibile, curando il look e il make up, ma nella vita di tutti i giorni siamo ragazze molto semplici, direi acqua e sapone, non ci interessa fare shopping, insomma. Noi quattro non siamo le classiche donne, ci approcciamo alla vita con un modo di fare maschile e affrontiamo i problemi con grinta e pragmatismo.

D. E tra di voi non c’è competizione?

R. Assolutamente no, siamo molto affiatati, ci sentiamo parte di una famiglia come se fossimo fratelli e sorelle, parliamo molto e ci confrontiamo anche quando dobbiamo scrivere i brani. E poi, finora, nessuno di noi si è picchiato (Stefania ride di nuovo).

D. Ecco il nuovo singolo, La Parte Peggiore , qual è il significato del titolo?

R. La parte peggiore è la parte più rumorosa di tutti noi, quella che ci rende soli, ma invincibili. "Nessuna paura, nessuna resa: solo ciò che siamo", dice il testo della canzone. E’ la zona d'ombra che rifiuta le convenzioni, che rinnega tutto ciò che è prescritto e ordinato, abbracciando l'autenticità dell'essere. E' un invito a dissociarsi dagli schemi prestabiliti, tappe da raggiungere e ruoli da recitare per prendere coscienza di se stessi e fuggire da tutto ciò che viene imposto dall'ambiente circostante. La scelta di chiamarci Dianime non è casuale, significa tradurre la parte più intima e vitale della nostra personalità e imparare ad esprimerla, non nasconderla.

D. Siete stati definiti "entusiasmanti nella musica, nei testi e nei messaggi". Cosa raccontate nelle vostre canzoni?

R. Sicuramente non parliamo di amore, anche se è un argomento che non si può ignorare, perché fa parte della storia di ognuno di noi. Ma quello che ci interessa è provare ad uscire dagli schemi. Scrivere e comporre per noi ha un effetto psicologico terpeutico, è il mezzo attraverso il quale ci mettiamo in discussione e ci confrontiamo. La confessione ci aiuta ad affrontare i problemi della vita.

D. Quali sono i vostri riferimenti musicali e con quale artista vi piacerebbe collaborare?

R. Ci hanno sempre accostato ai Prozac+, ai Bluvertigo e ai Subsonica. Sicuramente il nostro genere si avvicina molto a quello dei Prozac, ma ognuno di noi ha un back ground diverso, che spazia dal punk, al rock, al new wawe, fino al cantautorato. Con il prossimo approdiamo alla musica elettronica, pop rock.

D. E il vostro sogno?

R. Manuel Agnelli! Quale rocker non vorrebbe suonare con lui e con gli Afterhours? Personalemnte mi piacerebbe anche collaborare con Max Casacci, il chitarrista dei Subsonica e con Morgan dei Bluvertigo.

D. Siete (quasi) tutti abruzzesi. Qual è il vostro rapporto con la terra d’origine?

R. Abbastanza positivo. Uso l’avverbio abbastanza perché credo che l’Abruzzo dovrebbe rischiare di più. Qui la musica dà più spazio alle cover band e questo ci limita un po’, ma siamo sempre riusciti a ritagliarci la nostra nicchia ed avere un ottimo riscontro. Infatti vi sono posti ai quali siamo molto legati e che porteremo sempre nel cuore, come Vasto e Lanciano, realtà più alternative rispetto a quella di Pescara, che mostra maggiore diffidenza verso i gruppi inediti.

D. L’influenza delle radici abruzzesi si avverte nel vostro lavoro?

R. Nell’approccio alla musica noi non siamo molto femminili, siamo “forti e gentili”, proprio come si dice degli abruzzesi. Usciamo poco ( quasi tutti i componenti hanno un lavoro, Stefania è grafico pubblicitario, Cristiana si occupa di social media merketing, Fiorenza lavora come corriere), ma ci piace viaggiare per trovare nuove ispirazioni, anche in Abruzzo che vanta dei paesaggi meravigliosi.

D. Salutiamoci con una curiosità

R. Dopo ogni concerto festeggiamo con fiumi di alcol. Tanto al ritorno guida Filippo, che è astemio!

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