Corruzione, un altro primato


Immediatamente dopo il Lazio, peggio della Puglia. E peggio persino della Calabria e della Sicilia. Sta messo malissimo l'Abruzzo in materia di corruzione



Di un rosa deciso. Immediatamente dopo il Lazio, peggio della Puglia. E peggio persino della Calabria e della Sicilia. Sta messo malissimo l’Abruzzo in materia di corruzione, secondo un’analisi dell’Istat pubblicata ieri da Repubblica. Secondo l’istituto di ricerca, almeno una volta nella vita quasi otto famiglie su cento hanno ricevuto richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni di vario tipo.

Dove avviene la corruzione? Nella maggioranza dei casi al lavoro, racconta Repubblica, (3,2% delle famiglie) soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell’avvio di un’attività lavorativa (2,7%). Ma è frequente che gli episodi avvengano anche quando si ha a che fare con la giustizia:

“Tra le famiglie coinvolte in cause giudiziarie, si stima che il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri”.

Seguono poi (al 2,7%) i casi dei benefici assistenziali (cioè nel momento in cui si chiedono contributi, sussidi, alloggi sociali o popolari, pensioni di invalidità o altri benefici) e ancora l’ambito sanitario (quando le famiglie hanno bisogno di visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi). In aggiunta, l’Istat stima che al 9,7% delle famiglie (più di 2 milioni 100mila) sia stato chiesto di effettuare una visita a pagamento nello studio privato del medico prima di accedere al servizio pubblico per essere curati.

E la contropartita più frequente nella dinamica corruttiva è il denaro (60,3%), seguono il commercio di favori, nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), i regali (9,2%) e, in misura minore, altri favori (7,6%) o una prestazione sessuale (4,6%).
A livello regionale, l’indicatore complessivo (7,9%) raggiunge il massimo nel Lazio (17,9%) e il minimo nella Provincia autonoma di Trento (2%). L’Abruzzo si colloca all’11,5 per cento contro l’11 della Puglia, il 7,2 della Calabria, il 7,7 della Sicilia, il 4,4 delle Marche.
ps: un altro bel primato, non c’è che dire.

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