Italia: Marco Minniti, l'uomo d'acciaio




Categoria: ESTERI
05/10/2017 alle ore 14:38



Berlino. La "Sueddeutsche Zeitung" traccia un profilo del ministro dell'Interno italiano Marco Minniti, figura centrale nella gestione del flusso di migranti che attraversa il Mar Mediterraneo verso l'Italia. Fino al 12 dicembre del 2016 il politico italiano era segretario di Stato e responsabile del coordinamento dei Servizi italiani, e in quanto tale non era una figura molto nota all'opinione pubblica. Negli ultimi anni è stato spesso in Nord Africa e Medio Oriente, ed è questo bagaglio di esperienze, scrive il quotidiano tedesco, che gli ha consentito di arginare efficacemente i flussi migratori, pur tra le polemiche per i presunti accordi con le milizie libiche. Il governo italiano avrebbe promesso ai libici di aiutarli ad aprire nuove aree di business se dovessero abbandonare la loro attività di contrabbando di esseri umani. Tale traffico era una delle attività più profittevoli in Libia dopo la caduta del regime di Muammar al Gheddafi, e di questo, secondo il Ministro, la colpa è della comunità internazionale. A febbraio Minniti è tornato a Tripoli per firmare una dichiarazione d’intenti con il primo ministro Fayez al Serraj, che ha impegnato l'Italia ad addestrare la Guardia costiera libica. Due mesi dopo, i primi equipaggi erano già pronti per l’azione, e da allora, la guardia costiera libica ha intercettato 16.500 migranti. “Questo non è un numero banale”, sottolinea Minniti, che ha incontrato diverse volte i sindaci delle città costiere libiche e ha invitato a Roma i capi tribù del Sahara. “Per la chiusura della rotta balcanica, l’Europa ha speso un sacco di soldi”, sottolinea il Ministro. “Ora dovrebbe spenderne altrettanti per la Libia e per l’Africa”. Il calo degli sbarchi è del 35 per cento rispetto allo scorso anno, anche grazie agli accordi che l’Europa ha stretto con il Ciad e il Niger. Nel frattempo, le grandi organizzazioni internazionali di aiuti per i rifugiati, come l’Unhcr, hanno iniziato il loro lavoro in Libia. Non tutti sono concordi nel lodare il Ministro, soprattutto a Sinistra, dove gli si rimprovera di lasciare i profughi in balia delle violazioni dei diritti umani in Libia; a Destra, invece, il ministro ha ricevuto un plauso per il suo efficace attivismo. Circa una sua eventuale candidatura a primo ministro dice: “Penso che sia una previsione del tutto irrealistica”.

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