Porto Ortona: ok al piano regolatore, ma la strada è ancora lunga. E la Regione che fa?


L'opposizione accusa: "Lavori di dragaggio impantanati, D'Alfonso inconcludente"



Parere favorevole al Piano regolatore portuale di Ortona da parte del Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale. Il procedimento si era fermato nel 2015 dopo che la Capitaneria di porto aveva completato la sua istruttoria. Con l’avvio delle attività dell’Autorità di sistema, in tempi ristretti, si è potuto analizzare il documento e formulare il parere approvato dal Comitato di gestione.

I prossimi passi prevedono la Valutazione ambientale strategica da parte del Comune di Ortona e l’approvazione definitiva da parte della Regione Abruzzo. Il nuovo Piano regolatore portuale di Ortona delimita e ridisegna l’ambito e l’assetto complessivo individuandone caratteristiche e destinazioni funzionali.

La specifica destinazione degli spazi aumenta l'efficienza operativa, la competitività dello scalo e la sicurezza dei lavoratori. Con la delibera approvata dal Comitato di gestione dell’Adsp sono potenziate le infrastrutture esistenti e aumentate le superfici a disposizione, quindi i volumi di traffico. Una particolare attenzione viene posta dal Piano alle connessioni ferroviarie e stradali.

Nel dettaglio il Piano prevede una superficie di 44 mila metri quadrati per un terminal specifico per i traghetti, 151 mila metri quadrati destinati alle attività industriali e oltre 280 mila metri quadri per il terminal commerciale. Il nuovo terminal passeggeri e crociere avrà una banchina di oltre 390 metri e un piazzale di 16.900 metri quadrati. Al porto pescherecci viene destinata una superficie di oltre 22 mila metri quadri mentre l’area per la nautica da diporto sarà di 62 mila metri quadrati. Sono circa 40 mila i metri quadri a disposizione dei cantieri navali.

Il nuovo Piano regolatore portuale prevede anche un terminal di più di 46 mila metri quadrati per i prodotti chimici e petroliferi e un intervento di dragaggio per una profondità del bacino portuale tra i 10 e i 13 metri.

Attacca l'opposizione, che con Forza Italia torna a sollevare le perplessità legate invece alle operazioni di dragaggio. L'onorevole Fabrizio Di Stefano, il Presidente della Commissione di Vigilanza in Consiglio Regionale, Mauro Febbo, il capogruppo in Consiglio Comunale, Peppino Polidori, il capogruppo consigliare uscente, Tommaso Cieri e il coordinatore locale, Simone Ciccotelli, fanno sapere che il 5 ottobre, in occasione del Comitato Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (Ccr-Via), solleciteranno l'amministrazione comunale ad intervenire per tutelare le operazioni di dragaggio dello scalo ortonese “ormai impantanato per colpa di una Regione sempre più confusa e inconcludente”.

"Nello studio preliminare ambientale per la verifica di assoggettabilità allegata al progetto, il Comune dispone che i fanghi inquinati B1 e B2 stimati in un quantitativo pari a 107.422 m3, vengano allocati in un'area attrezzata a terra opportunamente impermeabilizzata, da realizzare nel tratto di piazzale retrostante la Nuova Banchina Nord, tra il nuovo molo nord e la radice della diga foranea. Ma i fondi ci sono? –chiedono i forzisti. Queste opere di gestione e smaltimento dei fanghi inquinati, da effettuarsi entro 36 mesi a carico della stazione appaltante (Comune) sono realmente sostenibili dall’amministrazione? Incalza il gruppo dell’opposizione che solleva più di un dubbio sull’opportunità di procedere con il progetto di sviluppo del porto di Ortona.

“La stessa zona è interessata da altri specifici progetti - concludono-, quello che fa capo alla Seastock Srl, per la nascita del discusso deposito di GPL, ancora fermo al Ministero dello Sviluppo Economico, che prevede la realizzazione di una vasca di colmata nella quale interrare i serbatoi e un secondo che , invece fa capo alla Walter Tosto Spa".

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