Altro che notte dei ricercatori: parte la contromanifestazione #lanottedeiprecari


Secondo il promotore dell'iniziativa, l'archeologo Fabio Fabrizio, serve un tam tam mediatico fino ad arrivare ad aprire un dialogo con il Miur



Altro che ‘Notte europea dei Ricercatori’, in Italia la vera sfida è la lotta al precariato. Hanno deciso di farsi sentire, di sensibilizzare l’opinione pubblica, fino ad arrivare ai piani alti del ministero. Sono i ricercatori delle università italiane, i precari. Che domani, in occasione dell’evento che si svolge ogni anno contemporaneamente in oltre 200 città europee e promosso dalla Commissione Europea, lanceranno l’hashtag #lanottedeiprecari.

E chissà se al gruppo di ribelli salentini, si unirà anche il popolo accademico abruzzese. Tra l’Università G. d’Annunzio di Chieti -Pescara e quelle di Teramo e L’Aquila, si contano circa un migliaio di precari. "La colpa – dicono gli addetti ai lavori- è tutta della legge Gelmini", quando nel 2014 venne introdotta la nuova figura del ricercatore a tempo determinato.

“La controiniziativa vuole essere un segnale di protesta da parte dei ricercatori universitari in Italia per porre l’accento sulla loro situazione di precarietà – spiega a Impaginato.it Fabio Fabrizio, archeologo e ricercatore all’Università del Salento-. L’idea parte da Lecce e nasce nel nostro laboratorio di ricerca. In due giorni ho ricevuto telefonate da tutte le parti d’Italia. Mi auguro che domani sia solo l’inizio e che questo movimento possa continuare grazie all’adesione di tutti i precari italiani, non solo di chi fa parte del mondo accademico. Il precariato è un problema che affligge molti giovani. In Italia –continua Fabrizio– un’altissima percentuale di assegnisti di ricerca e lavoratori cosiddetti flessibili è vincolata ad una forma di precariato che non garantisce nessuna stabilizzazione futura e questo perché il sistema accademico non ha i fondi sufficienti per il turn-over".

“Lo sapevi che un’altissima percentuale di Ricercatori in Italia è soggetta al precariato? Lo sapevi che il Sistema Accademico Italiano non garantisce la loro stabilizzazione?”. Questi i quesiti proposti da tutti coloro che, pur facendo ricerca da anni, vivono una situazione di precariato e che domani saranno stampati su alcuni volantini e  distribuiti nelle sedi dell’Unisalento.

“Negli spazi del Monastero degli Olivetani, all’interno del corner dedicato alla ricerca - prosegue l'archeologo- sarà allestito anche un angolo dedicato alla notte dei precari, e lì sarà possibile scattare un selfie con la sagama che rappresenta un 'precario qualunque'. L'obiettivo è far scatenare un tam tam mediatico, fino ad arrivare ad aprire un dialogo con il Miur ( Ministero dell'Università e della Ricerca, ndr). Le persone devono sapere che dietro ai progetti, alle scoperte eccezionali e alle nostre ricerche, si nasconde il triste mondo del precariato".

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