Francia, una riforma che "cambia lo spirito" del Codice del lavoro




Categoria: ESTERI
01/09/2017 alle ore 11:42



Parigi. Il dado è tratto e in meno di un mese la Francia avrà un nuovo Codice del lavoro: il primo ministro Edouard Philippe e la ministra del Lavoro Muriel Pénicaud ieri giovedì 31 agosto hanno presentato i cinque decreti attuativi con cui il governo intende riformare il diritto del lavoro.

Nel corso di una conferenza stampa il premier ha ripetuto per ben cinque volte che si tratta di una riforma "ambiziosa", invitando analisti e commentatori ad andare aldilà dei suoi aspetti più tecnici e sottolineando come essa sia solo il primo stadio di quel "piano di trasformazione" del paese promesso dal presidente Emmanuel Macron sin dal suo arrivo al palazzo dell'Eliseo. Secondo Philippe, la riforma è lo strumento giusto per "riparare" i guasti provocati nel paese da decenni di disoccupazione di massa e costituisce una rottura della tradizionale visione delle relazioni sociali che si è finora imposta in Francia: "Nessuno può seriamente sostenere che il nostro diritto del lavoro oggi come oggi favorisca le assunzioni e aiuti le imprese a crescere", ha sostenuto il primo ministro; l'obbiettivo della riforma è quello di "cambiare lo spirito del Codice del lavoro", ha affermato a sua volta la ministra Pénicaud.

Per il governo francese uscito dalla lunga stagione elettorale della scorsa primavera, dunque la priorità non è più quella di difendere la supposta vulnerabilità dei lavoratori, quanto quello di assicurare alle imprese la libertà di svilupparsi. Anche se la riforma non è quella "rivoluzione copernicana" promessa, scrive l'editorialista Jean-Francis Pecresse del quotidiano "Les Echos", il contenuto dei decreti rappresenta pur sempre un rinnovamento profondo e senza precedenti in Francia. Una svolta che il nuovo esecutivo ha preparato scrupolosamente nel corso dell'estate e che ieri è stata accompagnata dalla pubblicazione di un'intervista-fiume concessa dal presidente Macron al settimanale "Le Point": con la sua popolarità in caduta libera nei sondaggi, il neo presidente francese non può certo permettersi un passo falso con la prima importante riforma del suo quinquennato.

Il cammino della riforma del lavoro dovrebbe andare speditamente a livello istituzionale: i decreti saranno adottati dal Consiglio dei ministri il 22 settembre prossimo e definitivamente approvati dall'Assemblea Nazionale entro la fine dell'anno. Quanto alle parti sociali, mentre la Medef (la Confindustria francese, ndr) ha accolto con favore la riforma, la vera opposizione sarà invece nelle piazze: una prima manifestazione di protesta è stata già organizzata per il 12 prossimo dal sindacato Cgt di ispirazione comunista, seguita da un'altra il 23 settembre convocata dalla coalizione di estrema sinistra de "La France insoumise" ("La Francia non sottomessa", ndr): tutto sta a vedere se in movimento di protesta riuscirà ad assumere l'ampiezza registrata dalle manifestazioni che nella primavera del 2016 portarono all'affossamento dell'analoga riforma tentata dall'allora governo socialista.

 © Agenzia Nova - Riproduzione riservata