Comune di Pescara, prima seduta dell'Alessandrini-ter. Riecco Teodoro


Forza Italia ironizza: "Neo-assessore fuoriclasse, al governo con quattro giunte". Presutti ridimensiona: "Ricomposizione necessaria"


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
29/08/2017 alle ore 21:47



Primo seduta del consiglio comunale, oggi a Pescara, della giunta Alessandrini-ter. Il secondo rimpasto servito in riva all'Adriatico, in realtà, non suscita particolari emozioni. C'è la solita schermaglia tra le parti, tra rimbrotti dell'opposizione e understatement della maggioranza, ma in realtà il fiumi di veleni e rancori è coperto da uno spesso velo d'indifferenza.

Scorre così un pomeriggio caratterizzato dalla surroga della consigliera Simona Di Carlo, neo assessora in quota Moreno Di Pietrantonio, sostituita tra i banchi del Pd da Maria Ida D'Antonio, diciannovesima esponente democrat a sedere tra i banchi del consiglio comunale in questa legislatura.

Alessandrini introduce la nuova squadra dell'amministrazione cittadina, limitandosi ad elencare i nomi e le deleghe degli assessori, e ribadendo il proprio "dispiacere per l'uscita dalla giunta di due persone valide come Giuliano Diodati e Laura Di Pietro".

Brillano gli occhi, invece, a Massimiliano Pignoli, pasdaran della Lista Teodoro, che in aula esprime la sua "grande soddisfazione per la conclusione della vicenda, con l'ingresso in giunta di Gianni Teodoro", che a suo dire "sarebbe dovuto avvenire fin dall'inizio". Per Pignoli, "Teodoro è una persona di valore, che in questa fase di calciomercato può essere accostata ad un Maradona della politica".

Un assist servito sul piatto di Vincenzo D'Incecco, consigliere di opposizione targato Forza Italia, che osserva sarcasticamente come "Teodoro sia davvero un fuoriclasse della politica, essendo riuscito a farsi nominare assessore in ben quattro giunte consecutive, di colore politico opposto, restando in sella dal 1998 ad oggi". Ed in effetti, il Teddy Boy pescarese ha attraversato le giunte Pace, D'Alfonso, Mascia e Alessandrini, senza lasciarsi scomporre neanche un capello.

Ancora più duro Marcello Antonelli, capogruppo di Forza Italia in Comune, secondo il quale i negoziati che hanno portato al rimpasto sono stati "uno spettacolo indecente, con pupi e pupari, conclusosi in modo perfino peggiore di ciò che ci aspettava, visto che si è scelto di spaccare il Pd pur di obbedire ai dettami di qualcuno". Qualcuno che risponde al nome del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, regista di ogni trama che ha luogo nella città dannunziana all'ombra del Pd.

La sceneggiatura del governatore, aveva previsto anche la rumorosa reazione della componente guidata dall'assessore regionale Donato Di Matteo, che nei giorni scorsi ha annunciato battaglia, ma che in realtà è in attesa di poltrone e prebende a titolo di compensazione per la defenestrazione dell'ormai ex assessore Giuliano Diodati. Di Matteo, in Consiglio, può contare su Adamo Scurti, Tiziana Di Giampietro e Lola Berardi, quest'ultima oggi assente per problemi personali. "Da questo momento terremo le mani libere - ha detto oggi Scurti in aula, seguendo il canovaccio impartito dall'assessore di Roccamorice - e voteremo a seconda dei casi, unicamente nell'interesse della città". Tocca allora all'ecumenico Marco Presutti, capogruppo del Pd e nei giorni scorsi esplicito bersaglio della coppia Di Matteo-Diodati, difendere la ragione di partito e provare a rasserenare gli animi. "La ricomposizione della giunta è avvenuta per la necessità di recuperare il rapporto all'interno della maggioranza in Consiglio comunale, affinché fossero approvati alcuni provvedimenti fondamentali e si evitassero frizioni politiche - spiega il capogruppo a margine della seduta -. Era giusto che una lista civica rimasta senza rappresentanza tornasse in giunta, dunque c'è stata la necessità che Diodati facesse un passo laterale per favorire questa situazione". Presutti si fa scudo dell'orientamento generale del partito. "A malincuore è stata presa questa scelta da tutti i componenti, visto che 10 hanno votato a favore di questa decisione - prosegue l'esponente del Pd -. Mi dispiace personalmente e spero che in futuro si possa continuare a collaborare, non è assolutamente vero che si è voluto punire una componente politica né una persona in particolare".