Terremoti: per prima emergenza L'Aquila spesi 750 mln, per il Centro Italia 266


Dossier Senato: dal 2009 approvati finanziamenti per 39 miliardi, 18,7 per interventi tra il 2018-2047. Come cambiano soccorsi e ricostruzione nelle leggi per L'Aquila, Emilia e regioni sisma 2016


di Ilaria Proietti
Categoria: ABRUZZO
24/08/2017 alle ore 08:48



Quasi 39 miliardi. E’ questo il conto (da aggiornare) dei tre terremoti che hanno sconvolto negli ultimi anni l’Italia. E’ quanto emerge da un rapporto del Senato sugli stanziamenti previsti per il sisma dell’Aquila del 2009, per quello dell’Emilia del 2012 e per il Centro Italia sconvolto da un interminabile sciame sismico giusto un anno fa. Stanziamenti che serviranno a finanziare interventi fino al 2047. Nel frattempo la terra continuerà a tremare e far danni, come dimostra il caso di Ischia di questi giorni.

Il sisma dell’Aquila. In favore delle aree colpite dal terremoto del 2009 sono stati stanziati complessivamente circa 17,5 miliardi di euro: quasi la metà delle risorse è concentrata tra 2009 e 2013. Agli interventi finalizzati alla ricostruzione o al ripristino del patrimonio immobiliare sono stati destinati 15,6 miliardi, quasi il 90 per cento dell'impegno finanziario complessivo. Al sostegno delle attività produttive sono stati destinati invece 213 milioni.

Il sisma dell’Emilia. A partire dal maggio del 2012 sono state approvate misure per 8,2 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo l’anno per il triennio 2012-2014. Negli anni successivi lo stanziamento si è attestato intorno ai 500 milioni di euro per poi stabilizzarsi sui 430 milioni fino al 2025. Tra 2026 e 2047 è prevista una disponibilità complessiva di 9 milioni (300 mila euro l'anno). Agli interventi per la ricostruzione sono destinate il 93 per cento delle risorse (7,6 mld), alle attività produttive 380 milioni.

Il sisma del Centro Italia. A partire dall'agosto del 2016 sono stati stanziati complessivamente poco più di 13 miliardi di euro: di questi 10 sono per interventi spalmati nei prossimi 30 anni. La maggior parte dei fondi – il 75 per cento - è stata destinata alla ricostruzione del patrimonio infrastrutturale e immobiliare. Rispetto ai precedenti eventi sismici, si registra un maggiore impegno finanziario per la ripresa delle attività produttive (quasi 2,5 miliardi, il 19 per cento) e per il sostegno alle necessità economiche della popolazione.

Altra differenza tra i tre terremoti riguarda la spesa per gli interventi di prima emergenza. A L’Aquila vennero spesi 749 milioni, quasi nulla (circa 2 milioni) per l’Emilia, 266 milioni per il sisma del Centro Italia 266. Diverso anche il bilancio delle vittime e i numeri dell’assistenza alla popolazione. All’Aquila si contarono 309 morti, oltre 1600 persone ferite e quasi 70 mila senzatetto. Il bilancio delle vittime del 20 e del 29 maggio 2012 in Emilia arrivò a 27 morti, centinaia i feriti, gli sfollati arrivarono a 15mila. Più complessa la situazione del sisma del Centro Italia dove il terremoto del 24 agosto ha provocato 299 vittime seguite dalle 34 di gennaio, di cui 29 a Rigopiano. Sono state interessate dalla lunga sequenza sismica ben quattro regioni: la popolazione assistita direttamente dal Sistema di protezione civile ha raggiunto, il 7 novembre scorso, un picco di quasi 32mila persone.

Differenze sostanziali si evidenziano anche per quel che riguarda modi e tempi degli interventi normativi che hanno finanziato gli interventi, elencati in maniera certosina dai tecnici di Palazzo Madama che hanno dedicato anche un’intera sezione alle risorse messe a disposizione o promesse dall’Europa: dopo l'anticipo di 30 milioni di euro nel dicembre scorso, la Commissione europea si è impegnata a sostenere con 1,2 miliardi le zone dell'Italia centrale colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. Si tratta della somma più alta mai stanziata in un'unica tranche dal Fondo di solidarietà dell'Ue.

Infine il report di Palazzo Madama contiene un focus molto significativo realizzato in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia (INGV), che offre un quadro aggiornato della sismicità nel nostro paese. Nel 2016 sono state rilevati un numero doppio di terremoti rispetto al 2014 e più che triplo rispetto al 2015. L’elevato numero di terremoti dello scorso anno è dovuto in grandissima parte alla sequenza sismica in Italia centrale iniziata il 24 agosto con il terremoto di magnitudo 6.0 in provincia di Rieti e proseguita con altri eventi di magnitudo al di sopra di 5.0 e soprattutto con il terremoto di magnitudo 6.5 del 30 ottobre, il più forte mai registrato dalla Rete Sismica Nazionale in funzione dai primi anni ’80. Da quel 24 agosto 2016 il Centro Italia non ha mai smesso di tremare. Il numero dei terremoti registrati nel corso della sequenza sismica detta "Amatrice-Norcia-Visso" ha superato - l'ultimo aggiornamento è dell'8 agosto 2017 - quota 74.200.

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