Sorgenia, tutti la vogliono. Ma chi se la piglia?



Secondo round di offerte non vincolanti: pronta la short list a tre


di Davide Leonardi
Categoria: ABRUZZO
26/06/2019 alle ore 15:14



Nel giro di pochi giorni le banche proprietarie di Sorgenia decideranno sulla short list delle offerte per il produttore e venditore di energia elettrica e gas messo in vendita dagli istituti di credito dopo  il risanamento della società in seguito alla ristrutturazione del debito. 
“Credo che gli advisor stiano valutando l’affinamento della short list. Sulla tempistica credo sia questione di poco”, si è limitato a dire l’amministratore delegato di A2A Valerio Camerano, a margine di un convegno sulle utility. 

Il manager ha poi confermato che A2A è in gara con la ceca Eph. “Noi siamo sempre soci con Eph”, ha aggiunto. L’offerta di A2A e di Eph punta a rilevare tutta Sorgenia. Quanto invece alla gara per Renvico che ha in portafoglio 179 turbine eoliche e 334 MW installati in Italia che Macquaire si appresta a vendere, A2A  non esclude un interesse. “La gara deve ancora partire, valuteremo”, ha sottolineato Camerano. 
Dunque la società di energia con oltre 275.000 clienti e centrali elettriche per una capacità installata che supera i 3.000 MW sta per essere venduta. 

Gli inizi. Sorgenia Spa è uno dei principali operatori del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale. La sua storia ha inizio nel luglio 1999, quando nasce Energia Spa, in seguito al decreto Bersani per la liberalizzazione del mercato elettrico italiano. Nel 2000 l’azienda, controllata dalla Cir della famiglia De Benedetti e dall’austriaca Verbund, avvia la fornitura elettrica ai primi clienti industriali e nel 2003 inizia la fornitura di gas dalla Libia tramite gasdotto Green Stream.

Nel 2006 la società cambia nome in Sorgenia Spa. In seguito alla crisi e alle difficoltà finanziarie della società, Sorgenia passa sotto il controllo delle banche. A febbraio 2015, infatti, il tribunale di Milano ha dato via libera al riassetto del debito di Sorgenia, 1,8 miliardi di euro spalmati su 21 istituti (Montepaschi Siena il più coinvolto, con 600 milioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm). Il piano di salvataggio viene avviato con aumento di capitale da 398 milioni e prestito convertendo da 198 milioni.

A distanza di quasi 4 anni, è stato centrato l’obiettivo della ristrutturazione del debito. Le banche ora sono pronte a cedere l’azienda. 
Prezzo di vendita. Per questa questione ovviamente bisogna partire dai numeri: nel 2017 Sorgenia ha registrato un’ebitda pari a 161 milioni di euro, un utile netto di 44 milioni e un indebitamento finanziario netto pari a 715 milioni, mentre per il 2018 alcuni broker ipotizzano un’ebitda intorno a 140 milioni. Se così fosse il prezzo di cessione potrebbe essere superiore a 600 milioni, pari a 4-5 volte l’ebitda.