Terremoto e strategie, le parole che Conte non ha detto a Teramo


Mentre il premier non incide, il governatore critica lo sblocca cantieri


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
24/06/2019 alle ore 11:21



Non può bastare la generica promessa del premier Giuseppe Conte fatta a Teramo sul terremoto: il Governo può "fare di più" e lo farà, ha detto. Anche perché cozza con le parole pesantissime pronunciate dal governatore Marco Marsilio (“frustrazione” per le risposte, assolutamente deludenti, contenute nel decreto 'Sblocca cantieri'). 

Anche perché cittadini e imprese si sarebbero aspettati un impegno preciso circa le richieste avanzate dal sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, ampiamente prevedibili, su cui Palazzo Chigi avrebbe potuto dire di più.

Richieste che sono nell'ordine della logica, ovvero: la convocazione di un Consiglio dei Ministri a Teramo; l'efficientamento degli USR, con nuove assunzioni a tempo indeterminato e la valorizzazione delle professionalità presenti; lo stanziamento dei fondi necessari per la costruzione di nuovi alloggi popolari antisismici; l'istituzione dei fondi straordinari per la creazione di lavoro pubblico in riferimento alla tutela del territorio, alla lotta al dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza del patrimonio pubblico; le risorse agli atenei per garantire agli studenti del cratere l'iscrizione gratuita o almeno l'esenzione della seconda tassa universitaria; l'istituzione di un tavolo permanente da convocare mensilmente tra Governo, Regione, Comuni, Comitati, Parti Sociali per monitorare costantemente l'evoluzione del processo di ricostruzione; gli incentivi (ovvero le semplificazioni burocratiche, la detassazione nei confronti di aziende e artigiani) per far ripartire produzione e occupazione in zone sostanzialmente ferme dal punto di vista economico-produttivo, con tassi alti di disoccupazione (in particolare giovanile) e con fenomeni di desertificazione industriale allarmanti.

 

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