Ciò che resta di Forza Italia in Abruzzo, tra addii e congressi


Prove generali di scissione: Pagano messo in discussione. Si guarda con interesse al movimento di Toti


di Lucia Rossini
Categoria: ABRUZZO
20/06/2019 alle ore 15:37



Dopo le chat al veleno della Lega Abruzzo e i mal di pancia di FdI che tanto stanno animando circoli e dirigenti, ecco il terzo player del centrodestra classico a fare un pit stop prima della pausa estiva.

L’assalto a Forza Italia è partito: diretto, frontale, al cuore di quel cerchio magico che è accusato di aver chiuso Silvio Berlusconi in una specie di torre d’avorio facendogli perdere il contatto con la realtà di un Paese che sta cambiando, impedendo così il cambiamento del partito. I richiami al rinnovamento più volte manifestati dal leader degli azzurri, in comizi e interviste, l’ultima al Corriere della Sera, e lo spauracchio Toti, danno il là al tintinnar di spade in Forza Italia nazionale e in tutte le regioni, compreso l'Abruzzo.

PAGANO, UNA SCELTA CHE NON PAGA

Sul nostro territorio, si può notare come il senatore e coordinatore regionale Nazario Pagano sia costretto suo malgrado a parare i colpi, in una sfida che ora è anche generazionale. Capo forzista in Abruzzo che dunque torna a essere in bilico sulla graticola, dovendo fare i conti anche con una difficile situazione regionale. Infatti Pagano, coordinatore da gennaio 2014 e con i suoi 62 anni di esperienza, pur mantenendo il solito brio e l'aspetto giovanile, può essere senza dubbio raggruppato tra i “grandi vecchi da rottamare” e quindi da sostituire con energie fresche, gioventù, esponenti della società civile e delle professioni, come vorrebbe l'eterno leader maximo.

E non sono pochi in Abruzzo, trapela dagli ambienti di partito, che vorrebbero approfittarne per impallinarlo, mal sopportato per una gestione del partito ritenuta "verticistica" e "autoreferenziale", più volte contestata ma senza effetti concreti, visti i suoi ottimi rapporti con la dirigenza e anche direttamente con lo stesso Berlusconi. Sommando inoltre come buon argomento anche i deludenti risultati registrati nelle elezioni europee e comunali del 26 maggio, e ancor prima nelle elezioni regionali del 10 febbraio, la cui responsabilità viene addossata prevalentemente al coordinatore.

L’ultima strategia per ora è chiara ma di non semplice realizzazione: riorganizzare un partito in caduta libera aprendo un’inconsueta, grande fase congressuale. C’è infine ma non per grado di importanza, il bisogno di contrastare un problema pericolosamente impellente: l'iniziativa scissionista dell’ex fedelissimo di Berlusconi, Giovanni Toti presidente della Regione Liguria, che in questi giorni sta ingolosendo pezzi da novanta azzurri e che ha fissato per il prossimo 6 luglio una convention per il varo della nuova formazione politica. 

SOSPIRI DI SOLLIEVO

 In tal senso, l’Abruzzo non è per nulla immune, anzi: fonti vicine a FI danno per certa la partecipazione all’evento del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, ex An spesso in contrasto con i vertici abruzzesi, rieletto nell’assemblea che conta tre seggi, il 10 febbraio scorso grazie ad un grande consenso personale. Alla luce di ciò, risulta evidente come i non esaltanti risultati elettorali di Forza Italia in Abruzzo, siano evidentemente un riflesso di un trend nazionale. Ma la dura legge della politica impone questo: la croce se la deve mettere in spalla Pagano, che poco o nulla ha potuto fare in questo ultimo anno per frenare l'esodo di decine di esponenti azzurri, compresi sindaci e pezzi da novanta, verso i lidi ben più promettenti e ospitali della Lega, col vento in poppa e come porto sicuro. 

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