Il richiamo di Tremonti e l'ostinazione della troika


Nel decennale della crisi non si smorza il rischio delle famigerate bolle, mentre mille domande accompagnano gli ultimi mesi della "droga" del QE di Draghi


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
14/08/2017 alle ore 15:01

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“Ibridazioni e mutazioni genetiche” definisce l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti le nuove frontiere della finanza, con riferimento alle cripto-monete e alla funzione della rete. E apre un lungo e analitico dibattito sul decennale della crisi, che iniziò a dare i suoi primi segni proprio nell'agosto del 2007. Si sa, quando il prof. Tremonti concede un'intervista, come ha fatto dalle colonne del Corriere della Sera, non si lascia tentare dal rischio banalità. Tutt'altro.

Perciò quando sottolinea che i rischi sono ancora lì, intatti e gravitanti attorno a quegli elementi da cui poi nascono le famigerate bolle, certifica una oggettività che, al netto dei casi di Grecia, Spagna e Cipro (ma aggiungerei Italia e Francia), non può essere sottovalutata. E chi lo fa, dolosamente o colposamente, getta altra nebbia nell'arena.

La bolla esiste e fa sentire tutta la sua nefasta ombra. Esiste anche una luce rossa che ormai illumina h24 il sistema bancario, ma solo sottotraccia: fino ad oggi è stata stemperata dalla mano del governatore Mario Draghi che si è letteralmente inventato il QE. Ma quando la “droga” dell'acquisto massiccio di titoli da parte della Bce sarà ultimato (e non manca poi molto) come faranno le economie più deboli, e quindi i relativi sistemi bancari, a reggersi in autonomia? Saranno capaci di camminare da soli e soprattutto di non sbandare? E di quanta autonomia disporranno? Cammineranno per un tragitto lungo o alla prima incrinatura del selciato crolleranno per terra?

Due possono essere le considerazioni di base da cui partire per analizzare, con serenità ma soprattutto con onestà intellettuale, il panorama dei paesi Piigs. La Grecia è un unicum e tale resterà: che il paese al centro dell'Egeo avesse vissuto al di sopra delle proprie possibilità è una verità ormai scritta e certificata. Ma la clava della troika, eterodiretta dai desiderata di Wolfgang Schaeuble, ha scelto di innaffiare copiosamente un buco nero infinito di cui, ancora oggi dopo 4 tagli a stipendi e pensioni, non si scorgono i perimetri è un altro fatto che in troppi sottacciono, accanto a vari scandali. 

Non è la vittoria della sola austerità che sta trionfando sui giornaloni europei: ma quella decisione di affrontare i debiti con altri debiti ha prodotto in loro la certezza che di sola austerità si può vivere. Mentre invece vero è il contrario. Senza uno stimolo alla ripresa, senza idee innovative che facciano muovere il pil, senza un ammodernamento amministrativo veritiero, senza un'apertura seria all'interlocuzione con investitori internazionali, non ci potrà essere un futuro. Senza soldi si muore, mentre a Berlino c'è ancora chi pensa che la politica dello “stringere la cinghia” porti frutti, quando invece è certificato che produce solo fughe di cervelli (e famiglie) all'estero.

Gli antichi edificavano le città su fiumi, vicino ai porti, in prossimità delle agorà dove era vivo un sistema di commerci e di scambi. Folle solo immaginare che la guida dell'Europa di domani possa essere incarnata dalla mentalità del risparmio e della lotta allo spreco che, giustamente, possono essere semmai una cornice. Il quadro è però un'altra cosa.

Alla politica è chiesto uno sforzo diverso: immaginare traiettorie, disegnare nuovi scenari, favorire le imprese e non ingrossare di nuovo il debito pubblico che, questo sì, ha zavorrato una serie di paesi che si affacciano sul mare nostrum, come l'Italia.

A cui va aggiunto un passaggio, che proprio da Roma dovrebbe essere meglio metabolizzato: la costante sottovalutazione della politica estera, che un ritmico cambio della guardia alla Farnesina ha prodotto, non fa bene ai conti italiani e allo sviluppo dell'italianità nel mondo. Per dire, il neo ministro degli esteri francese, Le Drian, in appena cento giorni ha già effettuato trenta viaggi tra Europa ed Africa. Per segnare il territorio e favorire nuovi contratti a sei zeri.

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