Come stanno in salute le Terme di Caramanico?


Rischio non apertura. L'albergatore Costantini: "Aspettiamo risposte dalla Regione"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
11/06/2019 alle ore 16:31



Posti di lavoro a rischio con serie ripercussioni sull’intero comparto termale regionale. Si tratta delle Terme di Caramanico, centro nevralgico per cure termali (inalatorie, riabilitazione e fisioterapia ecc.), ancora chiuse al pubblico da quando la società che le gestisce è in liquidazione volontaria. 
La chiusura delle terme significa perdita di posti di lavoro non solo all’interno della struttura ma anche per le strutture ad essa legata come alberghi, servizi di ristorazione, operatori turistici e commerciali attivi nel comprensorio.

È una situazione che impone di agire con urgenza vista la gravità della situazione. Dopo l’appello al Mise e alla Regione Abruzzo da parte dei sindaci di Abbateggio, Bolognano, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant’Eufemia a Maiella, Tocco da Casauria e ovviamente Caramanico Terme, c’è stato un incontro con gli assessori regionali alla sanità Nicoletta Verì, al Lavoro Piero Fioretti e al Termalismo Nicola Campitelli i quali hanno spiegato di voler valutare la situazione per cercare una soluzione adeguata. 

«Ad oggi non abbiamo ancora nessuna notizia ed è la cosa più drammatica», ha detto Maurizio Costantini, titolare di un albergo del posto, «Le persone chiamano e non sappiamo cosa rispondere perché non abbiamo ufficialità sia della chiusura o della riapertura magari tardiva delle Terme. Riferiamo delle semplici voci che sentiamo in giro ma che non sono notizie ufficiali».

Se la situazione si protrarrà, potrebbe verificarsi un calo di prenotazioni. «Per quanto riguarda la mia struttura, probabilmente risentiremo un po’ meno (spero per noi e mi spiace per gli altri) almeno nel breve periodo di questa situazione perché abbiamo sempre cercato di avere di paripasso alla clientela termale una clientela di turisti che vengono anche per l’escursionismo, per il Parco Nazionale ecc. Però immagino che negli alberghi che invece hanno sempre lavorato solo ed esclusivamente con le terme già ad oggi vi siano mancate presenze e naturalmente, se la situazione resterà così, credo che molte strutture falliranno. Ci potrebbero essere licenziamenti, mancate assunzioni di lavoratori stagionali, alcuni dei quali da 30 anni lavoravano nello stesso albergo e che contavano su quell’entrata. Aspettiamo una risposta dalla Regione che forzi la mano nei limiti consentiti a un ente pubblico perché non bisogna dimenticare che si tratta di un bene regionale. So che è stato attivato un tavolo al Mise, sembrava che il Mise e il Ministero della Sanità fossero propensi a un salvataggio della società. La mancata riapertura e le mancate assunzioni stagionali sarebbero un dramma per le famiglie, anche perché Caramanico ha vissuto e vive solo ed esclusivamente di questo, non c’è possibilità di altro lavoro.

Naturalmente tutti gli alberghi e tutto l’indotto, i commercianti che vivono e hanno vissuto da sempre con il termalismo. Non possiamo aspettarci risposte da una società privata in quanto privata, ma ci aspettiamo risposte a breve termine dalla Regione. Tutto tace, al momento. C’è stata una passerella durante il periodo elettorale, però di concreto non c’è nulla. Dalle elezioni non si è più visto un esponente regionale. Questo è il dramma, non sappiamo di che morte moriremo perché non abbiamo notizie». 

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