La Versione di Garpez: parenti ed affini


Che succede nei casi di perdita di un congiunto a seguito di sinistro stradale?


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
10/06/2019 alle ore 08:37



Qualche giorno fa, mentre iniziavo il mio consueto riscaldamento pre-jogging, ho distrattamente buttato lo sguardo su degli annunci mortuari affissi sui pannelli in metallo che costeggiano le vie di Pescara e sono venuto a conoscenza di un evento luttuoso che ha colpito un mio caro amico ed i suoi familiari: la perdita del padre, dopo un ricovero di lunga durata.

Il dispiacere è stato enorme, non solo per l'affetto che mi lega a questa persona ma, principalmente, perché sapevo del legame stretto che aveva con il suo genitore. Ovviamente in questi casi non si sa mai cosa fare o cosa scrivere. Chiedere “come stai” mi sembrava scontato e lapalissiano, perciò ho pensato semplicemente di stringermi a lui in questo momento così doloroso, evitando di invaderne la sfera emotiva. “Se hai bisogno, sono qui” gli ho detto. Di meglio non ho saputo scrivere.

Mentre iniziavo il mio allenamento, con uno spirito sicuramente adombrato e triste, il pensiero è automaticamente andato verso tutte quelle ipotesi di perdita di un congiunto a seguito di sinistro stradale.

In questo caso, alla sciagura si sommano le conseguenze legali dell'accaduto, poiché entrano in gioco le compagnie di assicurazione per la responsabilità civile che iniziano a centellinare e limitare al massimo il proprio coinvolgimento e, in definitiva, il risarcimento dei danni da corrispondere ai prossimi congiunti della vittima.

Spesso si crede che il risarcimento conseguente al sinistro mortale debba essere riconosciuto solo agli eredi della vittima: figli e coniuge o, in loro assenza, i genitori. Si tratta però di una concezione antica e ormai superata. La giurisprudenza ha infatti esteso il diritto a ottenere l’indennizzo anche ai familiari o ai partner non conviventi, purché legati da un rapporto affettivo molto forte e stabile, tale da far presumere che la morte prematura del parente abbia per loro comportato una profonda sofferenza morale.

Si chiama «danno da perdita parentale», un nome che forse dice poco a chi non è avvocato, ma che esprime il concetto in modo semplice e diretto: chi perde un parente per un sinistro stradale deve ottenere dall’assicurazione un congruo risarcimento del danno morale se dimostra un “vissuto” intenso con la vittima.

Come chiarito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 23469 del 2018) il danno da perdita del rapporto parentale non è limitato alla morte ma è integrato anche dallo stravolgimento dei rapporti abituali per qualsiasi altra ipotesi di gravi lesioni. In questa ottica ciascun familiare superstite – anche se non convivente – ha un autonomo diritto al risarcimento integrale del danno patito per la perdita della vittima, ma a condizione che dimostri una relazione forte la quale comporta una sofferenza altrettanto forte: nonni, nipoti, fratelli, genitori e persino i fidanzati.

Adesso non resta che farlo comprendere alle Assicurazioni.

 

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