La nostra storia


#Locchiodelgatto, Il film, #Iltraditore, #decimaMusa


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
10/06/2019 alle ore 08:21



#IlTraditore (Regia: Marco Bellocchio. Con: Pierfrancesco Favino, Maria Fernanda Cândido, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio, Fausto Russo Alesi, Giovanni Calcagno, Bruno Cariello, Nicola Calì, Alberto Storti, Vincenzo Pirrotta, Goffredo Bruno, Gabriele Cicirello, Paride Cicirello, Alessio Praticò, Elia Schilton, Pier Giorgio Bellocchio, Antonio Orlando, Rosario Palazzolo, Ada Nisticò, Federica Butera, Filippo Parisi. Genere: Drammatico)

 

Finalmente il cinema italiano affronta con la forza della verità e insieme della rappresentazione artistica di qualità i temi della nostra storia contemporanea: attraverso la vita di un personaggio per molti aspetti decisivo come Tommaso Buscetta.

Non era certo facile questa impresa, ma Bellocchio non è uno qualunque; come l’attore protagonista, che ha scelto per interpretare il boss di Cosa Nostra, che grazie alle sue rivelazioni ha consentito non solo di ricostruire la struttura piramidale della mafia siciliana ma anche di arrivare a condannare i suoi vertici e a catturare pericolosi latitanti.

Favino (Moschettieri del re, l’ultimo film che lo ha visto protagonista recensito qui: https://cinedecimamusa.blog/2019/01/11/moschettieri-del-re-la-penultima-missione/) è semplicemente straordinario, ed è per me inspiegabile (come ben più autorevolmente scritto da Mereghetti) che il film non abbia ricevuto nessun riconoscimento all’ultimo festival di Cannes, nonostante i minuti consecutivi di applausi e l’unanime apprezzamento della critica. Riesce a fare dimenticare a chi guarda il film di essere un semplice interprete: la sensazione costante è quella di avere il “vero” Buscetta, che vive realmente la sua esistenza romanzesca davanti ai nostri occhi.

Le vicende sono quelle note, legate alla guerra che si è scatenata in Sicilia tra la vecchia mafia e i corleonesi, intenzionati a cambiare tutto: dalle regole di comportamento, sempre più impronate alla totale assenza di pietà (rompere per esempio la regola che donne e bambini non potessero essere uccisi); all’oggetto dei commerci illeciti (dal contrabbando di sigarette alle droghe pesanti su vasta scala internazionale).

Ciò che è davvero originale è il modo di raccontare, capace di creare un pathos costante e anche crescente; continui i cambi temporali, che seguono la memoria di Buscetta, consentendo di ricostruire l’intera vicenda e tutti i personaggi della cronaca criminale, tristemente noti per la violenza delle loro azioni, per gli omicidi eccellenti, per non essersi mai pentiti di avere scelto la strada del male assoluto.

Meritano una menzione speciale i primi minuti del film, vi lasceranno senza fiato: due scene che evocano, per potenza, drammaticità e bellezza quelle de Il gattopardo. Si tratta di una festa danzante, dove le cosche in conflitto avrebbero dovuto sancire una pace armata; festa seguita dai fuochi d’artificio per Santa Rosalia. Si percepisce la violenza assurda che si scatenerà di seguito, l’odio strumentale alla conquista del potere al vertice di Cosa Nostra.

Tutto pronto ad esplodere e a scatenarsi su chi, come Buscetta, non intendeva accettare il nuovo passo imposto ai clan da Riina, che è estremamente somigliante al vero Totò, nella finzione. Come somigliante è Giovanni Falcone, figura chiave della narrazione: ben delineato il suo rapporto con don Masino, basato su una reciproca fiducia costruita negli anni, il magistrato e il boss, non pentito, come lui dice. Ma che non si riconosceva più, come uomo d’onore, in quella nuova mafia bastarda, refrattaria a ogni principio di umanità e rispetto.

Tra gli attori, noterete un eccezionale Lo Cascio, che parla solo dialetto stretto, il rovescio della medaglia di se stesso, quando interpretava Peppino Impastato ne I cento passi. Ci sarebbe molto altro da dire, in particolare sui passaggi coinvolgenti Giulio Andreotti, singolarmente colto in una scena in mutande, mentre esce dal camerino del negozio di abbigliamento frequentato dai boss, a Palermo. Indubbiamente, pennellate cupe sulla politica nostrana dei saggi e a volte ancora rimpianti statisti della vecchia guardia.

Vi raccomando di non farvi sfuggire questo film da 5 ciak