Governo in Israele come il gioco dell'oca. Chi sarà impallinato?


Durissimo Netanyahu: "La destra non può fidarsi di Liberman, si comporta come un ubriaco dal potere"


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
31/05/2019 alle ore 10:19



“La lezione è che la destra non può fidarsi di Liberman". Lo ha detto Benjamin Netanyahu, aggiungendo che "si comporta come un ubriaco dal potere per ambizione personale contro il bene del paese".

E'impasse in Israele, a due mesi dalla vittoria alle elezioni del premier uscente grazie ai 35 seggi conquistati dal suo Likud ma che, nonostante la possibilità di arrivare alla maggioranza grazie alla coalizione di centrodestra, vede all'orizzonte nuove urne. Il motivo? Il no pronunciato da Avigdor Lieberman, l'ex ministro della Difesa che intende regolare così i conti interni a discapito della stabilità istituzionale. Una guerra di nervi condotta a suon di colpi bassi, sfociata in questa sorta di lunga vendetta che alla fine potrebbe far perdere entrambi.

Sul tavolo apparentemente le questioni politiche vertono gli ingressi nella nuova coalizione di centrodestra, la richiesta che anche gli ultra-ortodossi, inclusi gli studenti nei seminari, svolgano il servizio militare. Insomma, Liberman ha fatto il possibile per non far nascere l'esecutivo.

Ma al momento quali sono le opzioni di Netanyahu? Nonostante l'apoggio esplicito della Casa Bianca durante la campagna elettorale, compreso un tweet di poche ore fa (“Spero che le cose si sistemino con una coalizione”, ha cinguettato Donald Trump per Israele) qualcuno fa circolare l'ipotesi che a questo punto Liberman stia facendo il gioco del leader di Blue and White, Benny Gantz. L'ex militare ha scritto su Facebook che "a causa del cinismo politico stiamo andando di nuovo alle elezioni".

Contro Liberman anche i leader di Shas e Torah United. Il leader dell'UTJ ha detto che si unirà a un futuro governo con il numero due Blue e White Yair Lapid, ma non con Liberman. Mentre altri players politici accusano Liberman di aver usato la mancata coalizione nel tentativo di spodestare Netanyahu.

Insomma, bizantinismi da vecchia politica italica, con la piccola grande differenza che a quelle latitudini si stanno giocano due partite importantissime: la prima, come è noto, riguarda il conflitto israelo-palestinese, con i recenti episodi legati ad attacchi e sangue; la seconda tocca il dossier energetico, con le nuove traiettorie del gas che toccano in prima battuta Israele, diventato nuovo gas-hub del Mediterraneo.

 

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